EVARISTO GALOIS

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Newton Isacco

 

Matematico, fisico, astronomo inglese (1642-1727). Studiò al Trinity College di Cambridge. Alla sua gioventù risalgono le scoperte fondamentali sul calcolo infinitesimale, sulla natura della luce e sulla teoria della gravitazione universale. Tenne per molti anni la cattedra di ottica all’università di Cambridge, fu socio della Royal Society e dell’Accademia delle scienze di Parigi. Fu anche membro del parlamento inglese direttore della zecca di Londra. La sua opera principale Philosophiae naturalis principia mathematica, pubblicata nel 1687, è un’esposizione dei principi della dinamica. Newton va oltre il pensiero di Platone ed Aristotele. Il suo nuovo modo di pensare è sintetizzato in questa frase: “Amicus Plato, Amicus Aristotelis, magis amica veritas.” Newton volle codificare nei Principia, oltre alla legge di inerzia e alla legge fondamentale, anche una terza legge della dinamica, un “principio di azione e reazione” secondo il quale se un corpo S (per esempio il Sole) esercita una forza su un corpo P (per esempio un pianeta), allora il corpo P deve esercitare una forza uguale e contraria sul corpo S. Newton precisò nei Principia, a proposito dell’usa degli infinitesimi, che non si tratta mai di “indivisibili” ma di “quantità evanescenti”, e che il problema centrale del calcolo consiste nella “determinazione dell’ultimo rapporto tra quantità evanescenti”. Nel 1704 pubblicò una memoria (Tractatus de quadratura curvarum) con la quale chiarì in maniera definitiva i concetti di flussione (derivata) e di fluente (integrale), quando i risultati di Leibniz erano stati pubblicati da tempo. Newton estende gli stessi principi della dinamica terrestre ai moti dei corpi celesti. Secondo la sua legge di gravitazione universale due corpi qualsiasi si attraggono in ragione diretta delle loro masse ed in ragione inversa del quadrato delle loro distanze. Con la scoperta di leggi che valgono tanto per la Terra quanto per i corpi celesti, Newton inferse un duro colpo al vecchio pregiudizio aristotelico di una sostanziale differenza tra cielo e terra. Newton ebbe anche un’accesa disputa con Leibniz sulla priorità dell’invenzione del calcolo differenziale. Oggi sappiamo che Newton e Leibniz sono da considerarsi, tutti e due con uguale diritto, i fondatori del calcolo differenziale ed integrale. Mentre il punto di vista di Leibniz era filosofico-matematico, quello di Newton era fisico-matematico.

 

 

 

 

Pascal    Biagio

Fisico, matematico e filosofo francese (1623-1662). Inventò una delle prime calcolatrici; sviluppò la teoria delle coniche, perfezionò il calcolo degli indivisibili, costruì un torchio idraulico. In filosofia difese la morale giansenista criticando i gesuiti. A lui si deve il principio di Pascal (“la pressione esercitata su una parte della superficie di un fluido si trasmette con la stessa intensità in tutta la massa ed in tutte le direzioni”) e il teorema di Pascal secondo il quale le tre coppie di lati opposti di un esagono inscritto in una conica si intersecano in tre punti di una stessa retta.

 

 

 

Pitagora

 

Filosofo, scienziato e matematico greco. Della sua vita abbiamo pochissime notizie certe. Pitagora nacque a Samo, un’isola greca non lontana da Mileto. Come anno di nascita si parla del 570 a.C. I suoi genitori erano un commerciante fenicio, Mnesarco, e una donna di origine greca, Pitia. Pitagora fu avviato allo studio della matematica e della filosofia da Talete e Anassimandro a Mileto. Secondo la tradizione, avrebbe appreso durante un soggiorno in Egitto i risultati scientifici ai quali erano giunti i sacerdoti egizi. Alcuni autori affermano che Pitagora soggiornò anche in Mesopotamia ed in India. A Crotone Pitagora fondò una scuola filosofica-religiosa, di cui parla diffusamente Platone nella Repubblica. Centrale fu nel pensiero di Pitagora la riflessione sui numeri, che egli riteneva in grado di spiegare la struttura armonica dell’universo. Molte altre scoperte nel campo della geometria, dell’aritmetica, dell’acustica e dell’astronomia avvennero probabilmente ad opera di Pitagora e della sua scuola. Ai pitagorici risale l’affermazione che i corpi celesti ruotano tutti intorno ad un fuoco centrale, dottrina che ci ricorda la teoria eliocentrica. La riduzione della realtà a numero costituisce la maggiore delle grandi scoperte pitagoriche. Alla scuola pitagorica si deve la distinzione di numeri pari e dispari, la definizione dei numeri perfetti (uguali alla somma dei loro divisori) e dei numeri amicabili (ognuno dei quali è la somma dei divisori dell’altro). Nel campo della geometria a Pitagora e alla sua scuola viene attribuito il teorema che porta il suo nome. Tale teorema era conosciuto tra i greci con il nome di “teorema della donna sposata”. Fu Pitagora che scoprì per primo l’esistenza delle grandezze incommensurabili. Teano, la sposa di Pitagora, può essere considerata la prima donna della storia esperta di matematica. Realizzò numerosi studi sulla geometria e si interessò di medicina e di cosmologia. La società pitagorica riconosceva alle donne uno status identico a quello dell’uomo.

Pitagora BIS

 

 

 

P l a t o n e

Filosofo greco nato ad Atene tra il 428 ed il 427 a.c. Nella concezione filosofica di Platone la matematica occupa un posto molto importante perché attraverso la sua conoscenza comincia il distacco dal mondo sensibile. Egli diede grande impulso allo studio della matematica che indirizzò verso la ricerca del rigore e della perfezione estetica. L’esclusione dalla risoluzione dei problemi di geometria di strumenti che non fossero la riga ed il compasso costituì un grave limite per i successivi sviluppi della geometria greca impedendo la risoluzione di problemi quali la duplicazione del cubo e la trisezione dell’angolo.

Platone studiò inizialmente musica, pittura e letteratura. Ben presto abbandonò lo studio delle lettere per seguire le vedute del suo grande maestro Socrate, i cui insegnamenti e le cui teorie ebbero un enorme influsso su tutta la sua poderosa attività. Visitò la Magna Grecia e l’Egitto e fu più volte a Siracusa. Di ritorno ad Atene fondò, nella forma di comunità religiosa, la sua famosa Accademia, la quale ben presto ebbe numerosa schiera di discepoli e tra questi vanno ricordati Teodoro di Cirene, Teeteto di Atene ed il grande Aristotele.   

 

 

 

 

 

Ruffini  Paolo

Matematico e medico italiano (1765-1882). Insegnò a Modena, fu a lungo presidente della Società italiana delle scienze. Per primo dimostrò l’impossibilità di risolvere con radicali le equazioni di grado superiore al IV. Si occupò in particolare delle ricerche riguardanti le equazioni algebriche. Nella sua opera, Teoria generale delle equazioni, compare la prima dimostrazione dell’impossibilità di trovare una soluzione algebrica per l’equazione generale di quinto grado.

 

 
 

Saccheri   Girolamo

Matematico italiano, gesuita (1667-1733). Fu uno dei precursori delle geometrie non euclidee. Il Saccheri, però, credeva di avere dimostrato l’impossibilità delle geometrie non euclidee, nel suo libro Euclides ab omni naevo vindicatus. Questo titolo, tradotto in italiano, significa: “Euclide  Liberato da ogni neo”. Il Saccheri considerava un difetto, un neo nella grande opera di Euclide la introduzione come postulato del fatto che per un punto di un piano passa una ed una sola parallela  ad una retta data.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

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