EVARISTO GALOIS

Pitagora e la musica

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Pitagora, la matematica e la musica

 

Duemilacinquecento anni fa, nella città di Crotone, Pitagora si trovò a fare la scoperta costitutiva di quella che oggi noi chiamiamo scienza. Un giorno Pitagora passeggiava nella città seguito dai suoi allievi. In prossimità della bottega di un fabbro ferraio, udì i suoni dei martelli che battevano su diversi incudini. Pitagora si accorse che alcuni di questi suoni erano melodiosi mentre altri erano dissonanti. Volendo capire il perché di questa differenza, Pitagora entrò nella bottega del fabbro ferraio e fece alcuni esperimenti. Prese due martelli dello stesso peso, li batté sull’incudine e notò che producevano lo stesso suono. Ma quando prese altri due martelli, dei quali il primo pesava il doppio del secondo, e li batté sull’incudine, scoprì che la nota prodotta era sempre la stessa ma a due altezze diverse: precisamente ad una distanza di un’ottava. Incuriosito dal risultato trovato Pitagora volle fare qualche altro esperimento. Questa volta prese due martelli, uno dei quali pesava una volta e mezzo l’altro, quindi con un rapporto dei pesi di tre a due, e li batté sull’incudine. I suoni che i martelli produssero furono differenti, però l’intervallo corrispondente a questi suoni era l’intervallo di quinta. Pitagora pensò: <<La prima volta era forse semplicemente un caso, la seconda una coincidenza. Proviamo a fare altri esperimenti per vedere se è possibile scoprire qualcosa di interessante.>> Pitagora prese due martelli i cui pesi erano in rapporto di quattro a tre (), li batté sull’incudine e di nuovo si udirono due note differenti ma con un intervallo di quarta. Ed ecco che a questo punto si comincia a delineare nella mente di Pitagora un’idea strabiliante. Da una parte abbiamo il mondo fisico, il mondo della natura; dall’altra parte c’è un mondo completamente diverso, il mondo delle arti, della musica. E questi due mondi così diversi, il mondo oggettivo della natura al di fuori di noi e il mondo soggettivo della musica che proviene dal nostro interno, erano messi in comunicazione da un ponte, e questo ponte era la matematica. Pitagora capì che la matematica era un linguaggio universale che poteva servire sia alla scienza sia alle arti e su questo costruì la sua filosofia. Il suo motto divenne: <<Tutto è numero.>> Poiché i numeri da noi usati implicano rapporti fra numeri interi che sono numeri razionali, il motto di Pitagora diventa: <<Tutto è numero razionale>>. Ma se togliamo la parola numero il motto diventa: <<Tutto è razionale>>.

 

 

 

 

 

 

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